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Viola un coerede l’obbligo di rettifica ex § 154 AO (Abgabenordnung, Codice tributario) dopo aver riconosciuto l’erroneità delle dichiarazioni fiscali del de cuius , questo commette allo stesso tempo un’evasione fiscale premeditata ai sensi di § 370 comma 1 Nr. 2 AO per mezzo di omissione (Corte dell’alta Finanza, Sentenza del 28.02.2008 – VI R 62/06 Punto 20 – BStBl (Rivista del Fisco Federale) II 2008, 595; Corte di Cassazione, Sentenza del 17.03.2009 – 1 StR 479/08. Poiché il § 153 comma 1 frase 2 AO (Codice Tributario) fa riferimento alla persona del successore universale, esiste per l’erede il dovere di rettifica, a prescindere dal fatto che il de cuius si è reso punibile per delitto fiscale premeditato (vedi Seer per: Tipke/ Kruse, AO/FGO (Codice tributario/ Codice tribunale fiscale), § 153 AO Punto 17.).Ciò non comprende il caso in cui l’erede stesso sia giá stato coautore o partecipe del delitto fiscale premeditato del de cuius (vedi Seer per: Tipke/ Kruse, AO/FGO (Codice tributario/ Codice tribunale fiscale), § 153 AO Punto 17; Helmrich, DStR 2009, 2132, 2134.
Il termine “Dichiarazione” ai sensi del § 153 comma 1 frase 1 Nr.1 AO (Codice tributario) viene ampiamente interpretato dalla Letteratura e dall’Amministrazione fiscale e corrisponde ad ogni espressione con ascendenza su determinazione, riscossione od esecuzione di una tassa (BT-Drs. 6/1982, Pag. 129 su § 98 “in particolare”; cfr. Corte dell’alta finanza, sentenza del 30.1.2002- II R 52/99 Punto 17 – Corte dell’alta finanza/non pubblicato 2002, 917; AEAO (Anwendungserlass zur Abgabenordnung; Atto scritto sul codice tributario) su §153 AO Nr.3;
Perciò, la Corte dell’alta finanza conferma quest’ultima concezione, applicandola addirittura anche a dichiarazioni fiscali, invalidate dalla incapacità d’agire dell’interessato dall’obbligo della dichiarazione, senza però motivare un tale ampliamento di uso.
Atti processuali di un partecipante incapace d’agire secondo §104 Nr.2 BGB (Bürgerliches Gesetzbuch, codice civile tedesco) non hanno alcuna validità. Secondo §79 comma 1 AO (codice tributario) la capacità d’agire corrisponde la capacità ad intervenire in atti processuali. Con il termine di atti processuali è da intendere dichiarazioni sia di volontà che di intendere e tutti quegli atti concreti, cui le conseguenze fiscali ricollegano (Alta corte di Finanza, Sentenza del 16.04.1997 – XI R 61/94 Punto 94 – BStBl (Rivista del fisco federale) II 1997, 595; idem circa la capacità d’agire passiva vedi Alta Corte di Finanza, sentenza del 21.11.2006- VII R 68/05 Punto 33 – BStBl II 2007, 291; Söhn per: Hüschmann/ Hepp/ Spitaler, AO/FGO (Codice tributario/ Codice tribunale fiscale), § 79 AO Punto 20 e 36; Drüen per: Tipke/ Kruse, AO/FGO, §79 AO punto 6 e 7; Wünsche per: Koenig, AO, §79 punto 44). Il significato in questi termini di Atti processuali comprende qualsiasi atto a cui il diritto processuale attribuisca importanza legislativo (Rüschen per: Gosch, AO (Codice tributario), §79 Punti 8-10). Il mero ampliamento del campo d’applicazione del §153 AO e il rifiuto di una riduzione alle dichiarazioni fiscali non permette dunque alcuna motivazione sufficiente a spiegare perché le dichiarazioni fiscali invalide, quali altre dichiarazioni, possano produrre gli obblighi legali ex § 153 AO.
Conseguenze per la pratica
- L’autorità finanziaria ha fondamentalmente libera scelta, circa a quale debitore universale essa si voglia attenere (Corte di Alta Finanza, sentenza del 13.05.1987 – II R 189/83 Punto 13 – BStBl (Rivista del fisco federale) II 1988, 188). In base al proprio giudizio essa può decidere su quale dei numerosi debitori universali potersi rivalere. In tal modo essa detiene una “facoltà di scelta” (Alta corte di Finanza, Sentenza del 01.07.2008 – II R 2/07 punti 8 e 9 – BStBl (Rivista del fisco federale) II 2008, 897; Ratschow per: Klein, AO (Codice Tributario), §44 punti 12 e 13).
- Poiché il prolungamento del termine di prescrizione per evasione fiscale, secondo il §169 comma 2 frase 2 AO (Codice tributario), dipende dalla domanda se oggettivamente si tratta di singole somme evase e se tale caratteristica del fisco aderisce, vengono coinvolti quali debitori universali anche i coeredi, a prescindere da una loro eventuale debito e/o conoscenza di questo.
In tal modo però si giungerebbe ad un rischio fiscale troppo alto, motivo per cui l’obbligo degli eredi (cfr. §45 comma 2 in combinato con §1975 BGB- codice civile) può limitarsi alla successione per ordine dell’amministrazione successoria (§1984 comma 1 frase 3 BGB- Codice civile, cfr. § 2013 BGB) o per apertura dell’insolvenza successoria (§§315 e seguenti InsO- codice d’insolvenza). In presenza di piú eredi è da considerare §259 BGB.
A partire dal 01/01/2018, l’amministrazione delle finanze ha la possibilità di esaminare le attività imprenditrici in occasione di un controllo fiscale al di fuori del regolare accertamento del libro cassa, senza precedente avviso. Il funzionario finanziale non ha il dovere di farsi immediatamente riconoscere come tale; egli può eseguire un acquisto di prova e, sempre in borghese, innanzitutto accertarsi se, per esempio, il proprietario del negozio è presente. Infine egli deve presentare una tessera di riconoscimento e documento dell’agenzia finanziaria, che lo legittima nel caso concreto ad effettuare il controllo fiscale. L’attività non può rifiutare il controllo fiscale e non ha alcun diritto ad un rinvio del controllo. L’intestatario dell’esercizio commerciale ha possibilità di appellarsi al proprio commercialista o legale.
Durante l’accertamento verranno verificati i seguenti punti:
- Una conduzione regolare del registro di cassa;
- La raccolta degli interi movimenti di pagamento attraverso il sistema di cassa/ l’esame del sistema di cassa;
- La documentazione di organizzazione, come per esempio le istruzioni d’uso e quindi il manuale di cassa, le dritte di lavoro per il personale, la documentazione di procedura di dimestichezza con la cassa;
- Facoltà di verifica di cassa.
L’ispettore può inoltre prendere visione degli interi dati elettronici. Su richiesta, l’intestatario dell’attività ha il dovere di salvare e consegnare gli interi dati elettronici.
Dovessero saltare all’occhio dell’ispettore delle irregolarità durante il controllo fiscale, questi può immediatamente, e quindi senza ulteriore disposizione di controllo e fissazione di scadenza, spostare l’accertamento all’intera azienda. Con ciò s’intende l’esame di tutta la documentazione dell’attività commerciale, tutti i dati elettronici e di forma fiscale.
Al centro di tale accertamento vi sono attività gastronomiche e i singoli commercianti, in quanto è fra questi che domina maggiormente il traffico di denaro in contanti.
A partire dal 2020 si aggiungeranno multe in denaro secondo §379 I comma AO nel caso in cui:
- La cassa utilizzata non dispone della possibilità delle registrazioni singole o non registra puntualmente, correttamente, in maniera completa e ordinata le singole operazioni contabili
- I dati non sono protetti (o almeno non in maniera corretta), poiché viene utilizzato un sistema che non dispone di una Garanzia di sicurezza certificata.
Eventuali infrazioni verranno multate fino a € 25.000,-
Per qualsiasi domanda, prego di rivolgersi al sottoscritto.
Germania: A partire dal 1.01.2018 entra in vigore la riforma della tassazione sugli investimenti (InvStRefG), Investmentsteuerreformgesetz.
In particolare, la legge prevede delle modifiche notevole sul sistema di tassazione su fondi azionari, fondi misti e fondi immobiliari. Per i risparmiatori, cambia il modus operandi di tassare i loro investimenti in fondi indice (ETF) o fondi.
A partire dal 1.01.2018, tutti i fondi saranno tassati secondo lo stesso schema: sulla base di una somma forfettaria annua. Non importerà più dove si trova il fondo e se distribuisce dividendi. Coloro che hanno acquistato prima del 2009 dei fondi e da allora sono stati nel loro conto di custodia devono fare i conti con una tassa dal 2018. La cosiddetta protezione delle scorte si applica solo all'aumento di valore maturato fino alla fine del 2017. Inoltre, vi è una franchigia di 100.000 € per ogni risparmiatore. Per la maggior parte degli investitori privati, i profitti da vecchi dovrebbero quindi rimanere esente da imposte per una vendita futura.
Gli investitori, che sono sottoposti alla trattenuta fiscale su dividendi estere, non possono più contare sulla ritenuta fiscale. Per i fondi azionari (quota azionaria almeno 51 per cento) è stata introdotta una franchigia del 30 per cento di tutti i redditi, ciò è esonerata dall imponibilità (esenzione parziale). I proventi comprendono somme forfettarie, dividendi e anche proventi di vendita. Per i fondi misti, il 15 per cento del reddito è esente. Per i fondi immobiliari aperti nazionali, 60 per cento del profitto è esente da tasse.
Gli investitori dovranno pagare il 26,375% della ritenuta fiscale compresa la supplementazione di solidarietà (soli) su tutti i redditi non esenti.
Lo Studio Legale Pagliaro lavora dal 1995 nel settore fiscale italo-tedesco. Per saperne di più:
In opposizione alla situazione italiana, in Germania non esiste Accordo Nazionale che regola l`indennità ai sensi dell’art. 1749 Abs.3 c.c. in combinazione con art.12 AEC. Il compenso si orienta all’estratto contabile. Si tratta, nel ambito tedesco, di uno strumento particolare, che causa una pressione notevole contro il preponente.
Qualora sia applicabile il diritto tedesco sul rapporto commerciale con l`agente, p.e se l`assistenza viene svolta nel territorio tedesco, senza rinvio alla legge italiana, i diritti dell`agente a fine rapporto vengono fatto valere attraverso il ricorso graduale, suddiviso in tre gradi, ovvero in primo grado il diritto alla pretesa di informazioni sotto forma di estratto di contabilità, in secondo grado la richiesta di pagamento delle provvigioni in terzo il pagamento dell` indennità. L’istanza di primo grado viene accolta con sentenza parziale e costituisce la base per le richieste successive.
Il preponente convenuto è obbligato alla stesura di un estratto di contabilità, in base ai parametri della Giurisprudenza tedesca, che causa un impegno gestionale eccezionale.
Di norma, nelle calcolazioni delle provvigioni sono elencati solo le fatture, gli importi delle fatture e gli importi delle commissioni. Da esse il rappresentante commerciale non può desumere tutte quelle circostanze che per la provvigione sono importanti. Perciò, la giurisprudenza tedesca riconosce all agenta il diritto al rilascio di un estratto di contabilità. Quest’ultimo è un estratto dai libri contabili dell’preponente. Poiché la legge non definisce le pretese ad un estratto di contabilità, la Corte Federale di Giustizia ha così sancito i dettagli dell estratto ce sono:
- Data di commissione
- Numero di commissione
- Valore della merce secondo commissione
- Quantità della merce secondo commissione
- Data di fattura
- Numero di fattura
- Importo di fattura
- Clienti con esatto indirizzo
- Stadio della realizzazione dell’operazione, ovvero dello stato dell’evasione dell’ordine nel caso di operazioni avviate ai sensi dell’art. §87 Abs.3 HGB
- Ammontare del pagamento effettuato
- Annullamenti e storni / motivi
Solo nel caso in cui il calcolo di provvigione comprende tutte queste informazioni o il rappresentante commerciale ha riconosciuto il calcolo di commissione, non sussiste più alcuna pretesa legittima del rappresentante commerciale nei confronti del rilascio di un estratto di contabilità.
Vi fossero nei confronti dell’estratto contabile dei dubbi fondati circa la sua completezza o correttezza, il rappresentante commerciale ha allora pretesa legittima alla visione dell’estratto ai sensi dell’art. 87c Abs. 4 HGB. Tale visura dell’estratto ha luogo in basa alla scelta dell’imprenditore attraverso il rappresentante commerciale stesso o attraverso un revisore dei conti o un revisore del bilancio selezionato dal rappresentante commerciale. Quest’ultimo può prendere con sé un revisore dei conti o un revisore del bilancio. Il rappresentante commerciale deve dapprima pagare il revisore dei conti o il revisore del bilancio in maniera diversa rispetto ad esecuzione dell’estratto di contabilità. Egli può tuttavia richiedere il risarcimento di tali costi, se il revisore del bilancio o quello competente stabilisce che l’estratto di contabilità risulta incompleto o non corretto.
Inoltre, il rappresentante commerciale ha pretesa legittima ad informazioni complementari derivanti dall’estratto di contabilità, circa la questione riguardanti le provvigioni ed ai rapporti commerciali, assenti o erroneamente definite nell’estratto di contabilità.
La consegna di una garanzia giurata circa la correttezza e completezza dell’estratto di contabilità può essere richiesta dal rappresentante commerciale, nel caso in cui rimanessero ancora dubbi, dopo la visura dell’estratto, sulla correttezza e completezza.
Lo studio Legale Pagliaro esercita dal 1995 nel campo commerciale internazionale, diritto del agente e del lavoro